Luce e carbone a Marcinelle

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Vincitore Premio Letterario

Internazionale Mondolibro





Autore
Gerardo Giordanelli

Titolo
Luce e carbone a Marcinelle

Pagine
192

Formato
cm. 14x21

Data Pubblicazione
2012

Disponibilità
SI

Prezzo
13,00 euro

Informazioni

"Ci negano le case e poi ci schifano perché abitiamo numerosi in tuguri ripugnanti. Ci privano di acqua corrente e servizi igienici, e però ci accusano di essere sporchi e maleodoranti. Ci emarginano, ma ci rimproverano di stare in gruppo, fra noi, a perpetuare le nostre usanze. Accettiamo lavori che i belgi non vogliono più compiere e questa necessità grava sulle nostre spalle come un’infamia, come un torto, il torto del loro benessere. Ci considerano come bestie, ma noi non facciamo abbastanza per fargli cambiare opinione."

Luce e carbone a Marcinelle
Un romanzo con un titolo come questo  potrebbe legittimamente indurre nel lettore l’aspettativa di un intreccio ordito sullo sfondo della tristemente nota tragedia dell’8 agosto 1956, quando nella miniera di Marcinelle perirono 262 minatori immigrati, tra cui 136 italiani.
In realtà la tragedia, dal punto di vista della struttura narrativa, costituisce il finale di quella che si può definire una vicenda esemplare: quella di  Damiano, uno dei tanti  giovani italiani emigrati in Belgio negli anni ’50 del secolo scorso.  
Vicenda esemplare che costituisce il back-round, che è vero e proprio sottotesto alla tragica realtà storica della tragedia di Marcinelle: il percorso esistenziale di Damiano, un  giovane minatore calabrese, non costituisce eslusivamente un’ennesima denuncia delle condizioni reali di lavoro e di vita a cui erano costretti i lavoratori nelle miniere in Belgio negli anni ’50 del secolo scorso.  L’autore in realtà  intende proporre all’attenzione del lettore le condizioni storiche, le problematiche sociali e le questioni strutturali che sono a monte di uno degli innumerevoli episodi, quello  più eclatante, che vedeva come sfortunati protagonisti coloro che dalle zone povere dell’Europa del primo ‘900 emigravano verso i paesi più ricchi accettando condizioni e ritmi di lavoro davvero disumani.
E qui di romanzesco c’è davvero poco: perché questo lavoro di Gerardo Giordanelli  fonda il suo valore anche documentale  su un’accurata indagine storiografica e su un’attenta analisi socio-economica. Ecco allora che, a monte della vicenda di Damiano e di tutti coloro che come lui sono stati costretti a lasciare l’Italia, troviamo i problemi aperti dalla unificazione nazionale del 1861 sotto il segno sabaudo, la questione meridionale che ne è  la conseguenza più scandalosa, l’emigrazione, le condizioni di vita degli italiani emigrati in Belgio, le tensioni e le contraddizioni sociali che il fenomeno dell’emigrazione genera. Ma anche la denuncia delle inadempienze in tema di sicurezza nel lavoro.
Ma  ancora di più: l’attualità (se non l’attualizzazione) di queste problematiche per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazione, con tutto il suo carico di aspetti sociali e umani,  che vede oggi come meta  proprio quella stessa Italia che forniva in passato braccia per il lavoro nelle miniere che i Belgi non volevano fare.