Fortunato
Depero
Fondo, Trento, 1892 - Rovereto, 1960
A Rovereto, dove si trasferisce la famiglia, Depero frequenta la Scuola
Reale Elisabettiana insieme a Baldessari, Belli, Fiumi, Garbari, Melotti
e il futurista Maganzini (meglio noto come Trillucci). I suoi primi
lavori (disegni, acquerelli, dipinti e sculture) risalgono al 1907.
Nel 1908 tenta l'esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di
Vienna e l'anno seguente, a Rovereto, frequenta la bottega del marmista
Scanagatta. Un mecenate locale, Giovanni Giovannini, offre la sua Libreria
per due esposizioni del giovane artista, nel 1911 e nel 1913. Sempre
nel 1913 giunge, in compagnia di Tullio Garbari, a Firenze e qui attraverso
la rivista "Lacerba" Depero si avvicina al Futurismo.
Dopo la pubblicazione di Spezzature: Impressioni-Segni e Ritmi, una
antologia di prose e poesie illustrate da disegni grotteschi e simbolisti,
e un'altra esposizione a Rovereto, l'artista visita a Roma la mostra
di Boccioni, restandone incantato. Nel 1914 conosce Balla e partecipa
alla prima declamazione dinamica e sinottica di Piedigrotta, il poema
di Cangiullo. Alla Galleria Sprovieri prende parte all'Esposizione Libera
Futurista Internazionale, insieme ai futuristi e a Kandinsky; le sue
opere sono le uniche ad essere acquistate. Sempre nel 1914 organizza
due personali a Rovereto e a Trento e si trasferisce a Roma.
Quando Boccioni visita lo studio dell'artista a Roma per vedere i suoi
"complessi plastici rumoristi", l'ingresso di Depero nel gruppo
dei protofuturisti è ormai avvenuto, anche se è la lettera
che Boccioni, Marinetti, Russolo e Carrà scrivono a Balla a sancirne
l'ufficialità. Nel 1915 firma con Balla il Manifesto della Ricostruzione
Futurista dell'Universo. Depero, formatosi in un ambiente influenzato
dalla cultura tedesca di stampo essenzialmente espressionista, giunge
al Futurismo in un modo diverso dai suoi compagni, imbevuti di una concreta
lezione divisionista proveniente dalla tradizione pittorica italiana
di Pellizza da Volpedo, Previati e Segantini. Ma la scomposizione dei
volumi e il dinamismo plastico, che gli danno la possibilità
di esprimere forme in movimento anche in visioni simultanee, attraverso
l'uso del segno-luce, lo conquistano. Dopo l'adesione al dinamismo boccioniano,
Depero segue gli insegnamenti di Balla; tende all'astrazione formale
che sfocia a volte in un immaginario surreale e accarezza l'antipittura
dada.
Da grande attivista, partecipa alla manifestazione interventista in
Piazza Venezia a Roma con Balla, Marinetti e Cangiullo e si arruola
volontario al fronte.
Nel 1916 si dedica a composizioni letterarie ed inaugura la sua prima
personale in Corso Umberto a Roma. Si avvicina al mondo dei Balletti
Russi, ricevendo l'incarico da Diaghilev di realizzare la scenografia
e i costumi per Il Canto dell'usignolo di Stawinskij (anche se, più
tardi, sarà Picasso ad occuparsi dei costumi) e per Il Giardino
Zoologico di Cangiullo.
Nel 1917 Depero riceve nel suo studio Modigliani e a Capri illustra
il libro Un istinto per Suicidi dello svizzero Clavel. Ad Anacapri inaugura
una personale, dove espone i suoi primi arazzi. Torna a Roma e mantiene
buoni rapporti con Clavel, insieme al quale realizza uno spettacolo
al Teatro dei Piccoli, in cui "recitano" delle marionette.
Le opere d'arte realizzate in questo periodo spiccano per qualità
ed omogeneità stilistica; le figure subiscono una sorta di decostruzione
cubo-futurista e soggiacciono ad un impianto strettamente bidimensionale.
Nel 1919 tiene una personale alla Casa d'Arte Bragaglia a Roma; partecipa
alle Esposizioni Nazionali Futuriste di Palazzo Cova a Milano e della
Galleria Moretti di Genova. Nel giugno dello stesso anno è a
Rovereto per l'apertura della sua Casa d'Arte Futurista, con la collaborazione
della moglie Rosetta che si occupa del laboratorio degli arazzi. Nasce
lo "stile Depero" che produce mobili, giocattoli, cuscini,
arazzi ed altri oggetti per la casa. E' proprio agli inizi degli anni
Venti che Depero si dedica alla realizzazione dei grandi arazzi e dei
cartelli pubblicitari commissionati, questi ultimi, da Umberto Notari
direttore del quotidiano "L'Ambrosiano" e dell'agenzia pubblicitaria
Le Tre I.
Nel 1920 è a Roma; su incarico di Gino Gori, attende all'allestimento
dell'originalissimo Cabaret del Diavolo, un locale frequentato da futuristi,
metafisici, dadaisti, anarchici e poeti, inaugurato nel 1922. Lo stesso
anno, alla Galleria Subalpina del Winter Club di Torino, Depero organizza
una personale la cui inaugurazione è preceduta da una promozione
pubblicitaria, inventata dall'artista stesso, che prevede il lancio
dai biplani della SIAC di Torino di volantini tricolori d'invito alla
mostra.
Nel 1923 ri-decora la sua Casa d'Arte attraverso due "veglie futuriste"
cui prendono parte anche Baldessari, Belli, Melotti e Pollini. Alla
I Mostra Internazionale d'Arte Decorativa di Monza ottiene un'intera
sala. Nel 1924 la Compagnia del Nuovo Teatro Futurista manda in scena
al Trianon di Milano il balletto meccanico Anihccam del 3000 (Macchina
del 3000); per lo spettacolo replicato in oltre venti città italiane,
Depero realizza i noti gilet futuristi. Nel 1925 è a Parigi all'Exposition
Internationale des Arts di Parigi, con Balla e Prampolini, al Theâtre
des Champs Elysées.
Nel 1926 espone alla Prima Mostra del Novecento alla Permanente di Milano,
alla Mostra del Teatro e all'Esposizione d'Arte Italiana di New York
e alla XV Biennale veneziana con arazzi e dipinti. Nel 1927 l'artista
interviene alla mostra di Pittura Futurista alla Casa del Fascio di
Bologna, alla Quadriennale torinese (con i futuristi) e alla III Mostra
Internazionale delle Arti Decorative di Monza, realizzando il Padiglione
Tipografico per le case editrici Bestetti, Tumminelli, Treves. Nello
stesso anno viene pubblicato Depero Futurista, meglio noto come "libro
bullonato"; è il primo libro-oggetto, una pietra miliare
nella storia della stampa tipografica del Novecento.
Nel 1928 si trasferisce in America e nel 1929 si inaugura a New York
una sua personale. Sottoscrive nello stesso anno il manifesto L'Aeropittura
Futurista (insieme a Balla, Benedetta, Marinetti, Dottori e Fillia).
Tornato in Italia prende parte alla I Quadriennale Nazionale d'Arte
a Roma e pubblica Numero Unico Futurista Campari (1931). Nel 1932 su
"Futurismo" pubblica il Manifesto dell'Arte Pubblicitaria
Futurista (in onore di Marinetti) e la rivista "Dinamo Futurista".
Con il gruppo futurista è alla V Triennale di Milano. A Venezia
ottiene una sala personale nell'area riservata agli aeropittori e futuristi
alla XVIII Biennale. Parteciperà anche a quelle del 1936 e del
1952.
Negli anni Quaranta l'artista pubblica l'autobiografia, F. Depero nelle
opere e nella vita, corredata di tutti i suoi lavori (1940) e So I think
so I paint (a New York nel 1947). Nel 1950 lancia il Manifesto della
pittura e plastica nucleare.
Tra il 1953 e il 1956 decora la Sala del Consiglio Provinciale di Trento.
L'anno seguente il Comune di Rovereto apre la Galleria Museo Depero.
S.P.
5 - Giocatori di pallone, 1920-1921
Matita su carta, cm 21,7x 35,4
Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Trento e Rovereto
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6
- Giocatori di pallone, 1920-1921
Matita su carta, cm 11,8x16,8
Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Trento e Rovereto
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