Vanni Penone
Mondovì, 1944

All’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino segue le lezioni di Scultura di Sandro Cherchi insieme al fratello minore Giuseppe. Raggiunge la maturità artistica alla fine degli anni Sessanta in seno all’ambiente avanguardista torinese della nascente Arte Povera. Frequenta, infatti, il circolo culturale della Galleria Sperone, insieme a Tucci Russo, Paolo Mussat Sartor, Anselmo, Zorio, Pistoletto, Boetti e Merz. Ma nè la decostruzione poverista, nè le flessioni informali-espressioniste di Cherchi hanno allontanato lo scultore dall’originaria adesione al figurativo. Benché consapevole della perdita dell’ideale classico di armonia, Penone persegue un suo ideale di bellezza e perfezione attraverso un personalissimo codice espressivo, lontano da quello di molti artisti contemporanei, che si basa su contrapposizioni ed elementi di rottura.
Vive e lavora tra Garessio, in provincia di Cuneo, e Torino dove ha insegnato per alcuni anni Figura e Ornato Modellato al Liceo Artistico.
Espone per la prima volta nel 1960 all’VIII Mostra d’Arte di Garessio vincendo il III Premio Scultura. Le esposizioni collettive a cui ha partecipato, nella maggioranza dei casi organizzate nel cuneese, sono numerosissime. Nel 1970 ottiene il I Premio Scultura alla I Biennale Internazionale d’Arte Sacra “Padre Pio” di San Giovanni Rotondo; partecipa alla Mostra Nazionale di Pittura e Scultura al Castello Visconteo di Pavia (1971). Espone alle Promotrici di Torino del 1972, 1974 e 1997, alla IV Mostra Internazionale Arti Figurative di Asti del 1975, vincendo il II Premio, a Il Salon National des Galeries d’Art di Montrèal del 1984. è presente anche alle esposizioni Muro della Musica di Portula (1985), presso la Galleria Civica di Sauze d’Oulx (1986) e a Palazzo Nervi a Torino (1990). Nel 1997 è in mostra a L’Altra Arte? al Palazzo Barberini di Roma.
La prima personale dello scultore, invece, risale al 1968 nel Palazzo delle Scuole Medie “G. M. Fasiani” di Garessio (CN). Ne seguono altre alla Promotrice di Torino (1972), al Salone Miramonti di Garessio (1974), alla Sala Ghisleri di Mondovì (1975), alla Pro Loco di Roburent (1981), alla Galleria Il Tritone di Biella (1982), alla Pro Loco di Somano (1983), alla Galleria del Ponte a Susa (1990), al Teatro Marenco di Ceva (1994) e alla Galleria La Fornace Spazio Permanente di Torino (1999). Due personali anche in Francia, una a Coaraze nel 1990 e una a Levens nel 1991.
Penone ha eseguito a Garessio (CN) un bassorilievo bronzeo per la Usl (1986) e la fontana di Piazza Marconi (1997), a Farigliano (CN) il Monumento al Donatore Avis (1988) e a Ormea due Leoni in marmo nero per il Ponte dei Corni sull’Armella (1999).
Come il fratello Giuseppe, Vanni Penone vive e lavora nell’alta valle del Tanaro. Le foglie, gli alberi, le sorgenti d’acqua, la pietra delle montagne sono per lui fonte inesauribile d’ispirazione. “Scolpire significa collaborare con la natura” afferma l’artista sintetizzando la sua poetica. I materiali usati sono quelli offerti dalle Alpi Marittime dalla sua terra (granito verde, marmo rosa di Nava, nero di Ormea e rosso di Villarchiosso; legno di acero e noce; pietra arenaria, onice e bronzo; terracotta). Il criterio esecutivo dello scultore procede in modo del tutto originale: parte da un’idea (Penone non usa modelli, ma immagini della memoria) e cerca il materiale adatto alla sua realizzazione. I soggetti sono spesso mutuati dal repertorio mitologico come le personificazioni dei boschi e dei prati, le Ninfe delle sorgenti, ma anche divinità quali Afrodite (dea della bellezza) ed Artemide (protettrice degli animali selvatici). Penone risale ad un’era primordiale in cui le coordinate di spazio e tempo si perdono nel ritmo dilatato e complesso del mito. Anche l’avvitamento tipico di alcune sue figure riconduce alla legge cosmica dello sviluppo spiraliforme.
S.F.


86 - Calciatore, 1997
Marmo di Carrara e onice, cm 77x68x78
Collezione dell’Artista, Garessio, Cuneo


Esposizioni
Juvecentus, Torino, Promotrice Belle Arti, 1997; Associazione Carena, Cambiano, 1999.


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