Valeriano
Trubbiani
Macerata, 1937
Comincia a scolpire nella bottega del padre, fabbro ferraio, stimolato
nella sua immaginazione dagli attrezzi agricoli della civiltà
contadina. Esordisce a Macerata nel 1957 in due mostre personali. Nel
1959 espone alla Quadriennale di Roma (Urlo draghicida). Le sue prime
sculture in ferro saldato, nell’ambito informale, risentono della
tecnica di Edgardo Mannucci. Ha una prima mostra personale alla Galleria
Alta di Venezia nel 1962. Nelle sculture di questi anni, ispirate all’aratro,
interviene incidendo i piani di acciaio che assemblati, fanno pensare
a macchine belliche (Bellica 0015). Realizza nel 1964 un Monumento alla
Resistenza ad Ascoli Piceno. Nel 1965 espone alla Biennale di San Paolo,
alla Quadriennale di Roma (Medioeval torture e Sonda Karinzia), alla
Biennale di Venezia del 1966. Tra la fine degli anni ‘60 e gli
anni ‘70 introduce nella sua scultura la figura umana e gli animali,
sottoposti alla tortura di macchine diaboliche. Nel bestiario di Trubbiani
gli uccelli, le rane, le lepri, sono vincolati da catene agli strumenti
e alle macchine e torturati da essi, agghiaccianti nella lucidità
metallica del materiale, mentre gli occhi degli animali conservano indifferenza
e innocenza. Nel 1968 realizza i suoi primi film in super 8 e la sua
prima opera in chiave ambientale, Ludi funeralia; ha una mostra personale
alla Galleria Blu di Milano (Le morte stagioni). Partecipa nel 1970
alla mostra itinerante attraverso la Germania “Moderne Italienische
Bildhauer”. Nel 1972 ha una sala personale alla Biennale di Venezia:
presenta la scultura ambientale Ractus-ractus. Stato d’assedio,
che ripropone nello stesso anno alla Quadriennale romana. Con Nodo pro-memoria
e Nascenza inaugura nel 1977 la serie di opere legate al tema dei nodi,
delle uova animate da occhi e dalle quali escono forme umane e animali.
Nel 1979 ha una mostra retrospettiva dei venti anni di attività
alla Galleria d’Arte Moderna di Ancona. Negli anni ‘80 la
sua scultura ha una fase più narrativa, ispirata ai temi del
mare e della nave. In questo ambito collabora alla realizzazione di
alcune scene del film La nave va di Fellini. Nel 1987 presenta al Palazzo
Municipale di Recanati opere ispirate a Giacomo Leopardi. L’anno
successivo, nel complesso di interventi scultorei a Tuoro, sul Trasimento,
realizza la monumentale Colonna-papera. Nel 1989 è nominato Accademico
di San Luca.
S.F.
75
- Gonfiare la palla, 1976
Alluminio, zinco, bakelite, base di legno verde, cm 75x52x30
Collezione dell’Artista
|
 |
76
- Pallamonumento 2, 1987
Inchiostri ed acquarello su carta, cm 80x60
Collezione Ghino Crucianelli, Macerata
|
 |
|